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Povero Giulio Cesare!

Dopo Romolo e Remo, il personaggio più conosciuto della storia romana a livello internazionale è probabilmente Giulio Cesare.

È stato: generale, console, dittatore, pontefice massimo, oratore e scrittore. Ancora oggi gli storici lo considerano uno dei personaggi più importanti e influenti della storia.  Svetonio, celebre storico romano, in un suo libro lo considera il primo dei dodici Cesari. Il nome Claudio diventerà sinonimo di imperatore romano anche se lui, Giulio Cesare, è vissuto in un periodo di splendore repubblicano. Uomo importante, potente, coraggioso, che ha cambiato il corso della storia.

Però qui voglio parlare di aspetti meno conosciuti della sua vita.

È nato a Roma il 13 luglio 101 a.C., in una zona di Roma chiamata Suburra. Ancora oggi  il termine “suburra” definisce un luogo malfamato, un’area della città dove imperano la criminalità e l’immoralità, e in questo tipo di ambiente ha vissuto Cesare nella prima parte della sua vita: condizioni miserabili, anche se la Suburra si trovava accanto ad all'area monumentale della città. Oggi corrisponde alla zona segnata in rosso nella mappa (parte  del Rione Monti di oggi).

 

Nonostante la posizione della casa, la sua era un’antica e nota famiglia patrizia.

I romani si distinguevano tra patrizi e plebei, oggi diremmo ricchi e poveri, ma il termine “patrizio” in realtà significava inizialmente solo che una persona era in grado di dire chi era suo padre. I plebei sapevano chi era la loro madre ma non chi fosse il padre.  A questo proposito  si diceva: “Mater semper certa est, pater numquam”  cioè la madre è sempre certa, il padre mai, e questo principio è entrato anche nel Diritto Romano.            

Comunque Cesare apparteneva alla “gens Iulia” cioè la famiglia Giulia che, secondo il mito, discendeva direttamente da Romolo, il primo re, che a sua volta discendeva da Iulo (o Ascanio) figlio del principe greco Enea, che era figlio della dea Venere. Quindi nobilissime e divine origini. Per quanto riguarda il nome “Cesare” ci sono tre ipotesi. Una deriva dalla sua nascita attraverso “taglio cesareo” (dal verbo latino 'tagliare', caedĕre, caesus sum); la seconda ha relazione con i molti capelli del nuovo nato (dal latino caesaries); e l’ultima con un neonato con begli occhi celesti (dal latino oculis caesiis).

All’età di quindici anni il povero Cesare rimane orfano di padre. A sedici sposa Cornelia. Allora a Roma dal punto di vista politico c’erano due fazioni: gli ottimati (cioè i migliori) e i popolari. Cornelia apparteneva ad una famiglia di popolari e non era patrizia. Per questi motivi dopo poco il dittatore Silla ordinerà a Cesare di divorziare. Cosa che Cesare non farà e per questo cominciano per lui una serie di problemi.

Deve lasciare la città, cambiando continuamente casa, fino ad arrivare in Turchia. Un giorno, mentre stava andando in nave all’isola di Rodi dove i giovani aristocratici romani studiavano la cultura e la filosofia greca, i pirati lo catturano. Povero Cesare!

Lo tengono trentotto giorni su una piccola isola disabitata del Dodecanneso dove passa il tempo scrivendo poesie che poi legge agli stessi pirati. Pagato il riscatto, arriva al primo porto romano, prende delle navi e torna all’isola della sua prigionia per catturare i pirati che vengono crocefissi, ma solo dopo averli fatti strangolare, gesto considerato poi dal popolo di grande umanità perché aveva evitato molta sofferenza. Povero Cesare!

A trentotto anni rimane vedovo e poco dopo sposa Pompea. Dopo sei anni di matrimonio torna a casa e trova l’amante della nuova moglie che per nascondersi si  traveste da ancella. E ripudia Pompea. Povero Cesare!  Ma in verità lui non è un uomo fedele e avrà nella sua vita numerose amanti.

Poi le grandi battaglie e le grandi conquiste: la Gallia, la Britannia, parte della Germania fino al fiume Reno e all'oceano Atlantico e anche la Spagna, la Grecia, gran parte del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale. Per tutti i successi avuti e per i giochi che organizzava, per festeggiare le sue conquiste, possiamo dire che Cesare è stato uno tra i primi utilizzatori della propaganda: era molto amato dal popolo e molto odiato dai suoi nemici. Anche perché questi ultimi avevano capito che lui aveva come obiettivo quello  di diventare il primo imperatore di Roma, dopo quasi cinquecento anni (509 a.C. e il 27 a.C) di Repubblica (res – publica = cosa pubblica).

 

 

È una mappa del 44 a.C. che mostra in colore arancione le conquiste di Cesare e in verde i territori dell’impero prima di lui.

I sostenitori della Repubblica avevano ragione di temere le ambizioni di Cesare.   Dopo forti dissensi con il senato, il nostro che stava tornando dalla Gallia con il suo grande esercito, ha oltrepassato il fiume Rubicone (Emilia Romagna), che in quel momento era il confine politico dell'Italia. Famose le sue parole: “Alea iacta est” cioè il dado è stato lanciato. Era una sfida armata al senato che per difendere l’idea e le istituzioni  della repubblica appoggia Pompeo. Dopo la provocazione del Rubicone Pompeo dichiara guerra a Cesare (49 a.C.). Povero Cesare!  Ma il nostro eroe è riuscito a vincere Pompeo che è dovuto scappare in Egitto, dove viene misteriosamente ucciso. Povero Pompeo!

Anche Cesare va in Egitto nel 48 a.C. dove si innamora perdutamente della regina Cleopatra (lui 50 anni, lei 18) da cui avrà anche un figlio, Cesarione.

L’operato di Cesare non è stato solo militare. Ha promosso molte opere architettoniche; ha modificato i confini della città a causa del gran numero di persone che si trasferivano a Roma, già allora sovrappopolata e caotica; per i soldati ha raddoppiato la paga, facilitato la carriera e ha previsto un premio alla fine della loro carriera.  Anche per fare questo aveva una sua zecca personale con monete, per la prima volta, anche in oro dove era stampato il suo ritratto.

Tutto questo sempre con l'obiettivo di avere una popolarità sempre maggiore tra il  popolo ed i militari romani.

Comunque è sempre stato, secondo gli esperti di allora ed di oggi, il più grande genio militare della storia romana. Inoltre ha avuto la capacità di meritare dai suoi soldati totale fedeltà, rispetto ed attaccamento.

E poi arrivano le idi di marzo, cioè il 15 marzo del 44 a.C., giorno della sua morte. Le idi nel calendario romano, era il giorno che divide il mese in due parti uguali.

Nei giorni precedenti ci sono stati molti presagi: rumori notturni, fuochi nel cielo, strani uccelli in volo ed altri ancora.

Quel giorno doveva andare al senato le cui riunioni, in quel periodo, erano state spostate al complesso chiamato Curia di Pompeo, dove oggi si vedono le rovine a Largo Argentina, perché c’era stato un incendio alla sede ufficiale del senato al Foro. 

Sulla strada per andare al senato incontra due indovini che lo avvisano del pericolo incombente ma lui non si preoccupa. Arriva al senato e va a sedersi al suo posto. Si avvicina, con una scusa, un gruppo di senatori che lo accoltellano 23 volte, uccidendolo.

 

Lo uccidono perché Cesare è un pericolo per la continuazione della Repubblica; Cesare vuole essere imperatore e per questo va eliminato. Povero Cesare!

Oggi nel punto della sua morte si trova un grosso blocco di cemento all’interno dell’area archeologica di Largo Argentina, su Corso Vittorio Emanuele.  Non molte persone hanno questa informazione: il luogo della morte di un grande della storia si trova vicino alla fermata dei tram, in mezzo al traffico e ai rumori della città di Roma. Quando venite qui, passateci!

Povero Cesare!

 

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