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Il Dante di Barbero: un'opera d'arte

Alessandro Barbero è il re Mida degli storici. Vende montagne di libri, le sue conferenze sono sempre sold out ed è una star di Youtube. È nato nel 1959 e se si considera che il suo successo dura da più di 30 anni, lo si può tranquillamente definire l’enfant prodige degli accademici e della storiografia italiana.

Tutti i suoi lavori sono frutto di analisi attente e ricerche di prima mano.

E il suo Dante risponde a tali caratteristiche. Scrivere una biografia di Dante è certamente una sfida non da poco. L’autore della Divina Commedia è uno degli scrittori maggiormente studiato e analizzato del mondo. Folle di critici e studiosi hanno setacciato ogni aspetto della sua vita e le sue opere sono state oggetto di studi infiniti.

Ma Barbero ha vinto la sua sfida. Qual è il suo segreto?

Il suo segreto è molto semplice. Dà l’impressione che, tornato da un viaggio nel passato, mostri ciò che ha filmato durante il viaggio. Le sue immagini, le sue pagine sono incredibilmente vive, accompagnano la vita di un uomo, Dante, nel corso della sua vita. La vita di una persona nata a Firenze nel 1265.

Per mostrarci Dante, per raccontarci Dante, ci mostra e ci racconta il suo mondo. Con uno stile semplice e accattivante ci fa vedere la Firenze di allora. Riesce, con la sua grande abilità di divulgatore, a dare una sorta di tridimensionalità di quel modo e ci accompagna, ci porta dentro quella vita. E noi, sulla nostra comoda poltrona, diventiamo partecipi testimoni non soltanto di grandi eventi che scandiscono la storia, ma anche di gioie e tragedie personali, di fatti intimi che segnano la vita di singole persone. Tutto scrupolosamente documentato.

Dante e Firenze

Come non appassionarsi a seguire la vita di questo irrequieto giovane, un po’ frustrato per non essere un vero aristocratico, che si sposa a vent’anni (un matrimonio concordato dalle famiglie quando lui ne aveva dodici…), che rischia la vita in battaglia, che partecipa alla vita politica attiva della città, schierandosi per un partito e assumendo cariche amministrative, che subisce il declino del suo partito, che viene tradito, deve fuggire dalla sua città, dove non potrà più tornare.

E tutto questo non è che il ‘contorno’ umano e terreno della vita di Dante.

L’immortalità la conquista con i suoi versi e con la sua “Commedia”. I versi che celebrano l’innamoramento, l’amore e la bellezza rivelano l’anima di un uomo affascinante.

E poi c’è la Divina Commedia. Scrive un illustre saggista, Franco Cardini:

[…] è incredibile come Dante riesca, lui uomo del Due–Trecento, a gettare sull’immensità dei cieli uno sguardo che sembra partire dall’oblò di un’astronave: un’esperienza che egli avrebbe potuto avere solo durante una visione, magari mistica. […]

Scrivere la biografia di un simile genio è un’impresa a dir poco ardua. Ma abbiamo già accennato che Barbero ci mostra questo genio nel suo ambiente, fra i suoi conterranei.

Leggiamo cosa dice di Firenze:

[…] Dante nacque e visse fino a 35 anni in una città che per l’epoca era immensa: coi suoi 100.000 abitanti era una delle più grandi metropoli d’Europa. I suoi mercanti operavano in tutte le città del mondo cristiano, e i suoi banchieri gestivano le finanze del Papa, cioè della più colossale organizzazione multinazionale esistente al mondo. I profitti erano vertiginosi, gli arricchimenti velocissimi, la mobilità sociale più importante che in qualsiasi altro luogo, e tuttavia tra i fiorentini l’avidità, l’invidia e la paura anziché placarsi diventavano sempre più feroci, avvelenando la convivenza collettiva: si capisce che chi viveva ai

margini di questi traffici, immerso nei libri e accontentandosi di vivere comodamente di rendita, come Dante, guardasse con sgomento ai loro protagonisti. […]

Dante si muove dunque all’interno di una società in piena evoluzione, in un’epoca di radicali cambiamenti.

Barbero ci fa osservare la complessa, nuova articolazione della società, con i nuovi ricchi mercanti che sviluppano le loro imprese e contendono il potere alla vecchia aristocrazia, i banchieri che prestano soldi a re e Papi, e il vertiginoso aumento demografico dovuto all’affollamento dei borghi cittadini da parte di grandi masse di lavoratori che abbandonano i piccoli paesi e si trasferiscono nella ‘grande’ città che offre loro il lavoro.

Per capire il momento ‘d’oro’ della città di Firenze: viene coniata una moneta, il fiorino d’oro, che viene accettata negli scambi commerciali da tutti i mercanti europei. Una sorta di euro ante litteram.

Ecco dove viveva Dante.

Spiega Barbero in una intervista:

"Noi storici abbiamo scoperto che c'era un grande lavoro da fare anche sulla vita sul mondo di Dante, sulla società del suo tempo. Questa è una biografia di un uomo che per caso è anche un grande poeta, ma che è soprattutto un uomo molto ben documentato, su cui abbiamo molte più informazioni di quelle che possiamo avere su uno dei suoi vicini di casa". Approfondendo gli studi sulla sua vita, si scopre che Dante era un uomo che aveva le sue contraddizioni, vanitoso forse sì, e capace di cambiare idea su certe cose convincendosi invece di non averla cambiata, convincendosi di essere sempre coerente, capace di parlare di sé nelle sue opere, nella Commedia dando a volte informazioni anche travisate.”

E Amedeo Feniello, storico del medioevo, dice di Barbero:

«Il Dante di Barbero è un Dante che ci piace perché umanizzato, privo di quella seriosità polverosa da banchi di scuola» .

Forse se questa biografia fosse obbligatoria nelle scuole, gli studenti si innamorerebbero della Divina Commedia.

di Pietro Catizone

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